Pubblichiamo un intervento, tratto dalla lista di Edscuola, del nostro socio Franco Labella e relativo alla vicenda Galavotti-SIAE in materia di diritto d'autore.
La questione del bollino SIAE, che interessa anche chi, nelle scuole, produce materiale didattico, č tutt'altro che recente e Dorg se ne č occupata anche in passato, nuovi ed inattesi sono gli sviluppi che possono ripercuotersi, a catena, su scuole e siti didattici.
Sulla proposta di legge di iniziativa popolare intendiamo raccogliere pareri, proposte ed anche apporti di collaborazione nella stesura dell'articolato. Chi vuole puņ, perciņ, inviare una e-mail a propostalegge@docenti.org. Siamo pronti, come Associazione di docenti, a mettere a disposizione la nostra struttura ed il nostro sito per la eventuale, successiva, raccolta di firme.

 

A costo di essere preso, come si dice a Napoli a "coppetielli" (i missiletti di carta sparati con la cerbottana), vorrei fare alcune osservazioni sulla questione sollevata da Enrico Galavotti e supportata da alcuni siti, organi di stampa e associazioni.

Il punto di partenza di una battaglia culturale giusta per alcuni aspetti, non può, però, essere quello di ignorare completamente la base giuridica di partenza relativa al diritto d'autore.

Quando leggo, in alcuni interventi, di mafia et similia a proposito del tema in discussione, veramente credo che, come docenti, portiamo responsabilità altissime nella perdita di senso etico e giuridico di cui spesso ci si lamenta a proposito delle giovani generazioni.

Questo perchè, mentre possiamo discutere sugli aspetti economici dello stesso in relazione alla scuola, non possiamo metterne in discussione, come ripetutamente fa anche Enrico, pure l'aspetto relativo ai diritti morali degli autori.

Insomma non si può, invocando giustezza di propositi, assenza di fini di lucro e pure la libertà di insegnamento, pensare che sia giusto fare quello che ci pare dell'opera altrui.

Non è così nemmeno in un settore, quello informatico che Enrico conosce benissimo, che pure ha avuto una produzione normativa copiosa e che ha aggiornato il riferimento alla legge sul diritto d'autore che è d'anteguerra.

Ad esempio, chi usa software free ed open source sa, da sempre, che ci sono delle operazioni vietatissime pur nella gratuità d'uso.

Fra queste cito, nel caso del free non open source, le modifiche al software stesso, l'eliminazione o la modifica delle indicazioni relative alla paternità dello stesso.

Ed allora non si può sostenere, pur con argomentazioni nobili, il diritto a fare dell'opera quello che si vuole, perchè altrimenti risulta pregiudicata persino la battaglia, giusta, su un trattamento di favore per le istituzioni culturali, di formazione, no profit, che utilizzino materiale protetto dal diritto d'autore.

Posso esser d'accordo anche sulla circostanza che la SIAE avrebbe potuto fare una politica di warning prima di intervenire pesantemente ma il principio dell'"ignorantia legis non excusat" è un principio fondamentale della cultura giuridica ed il mondo della scuola non lo può ignorare

Ed allora quali le linee direttrici di un'azione che possa essere fatta propria dal mondo della scuola con dei paletti invalicabili?

Innanzi tutto promuovendo la discussione sulla questione magari anche attraverso un progetto di legge di iniziativa popolare con firme raccolte nelle scuole (ne bastano 50.000 ma se si vuole dare un carattere forte raccoglierne molte di più non dovrebbe essere un problema) in uno con un'azione, come dire "educativa" che stimoli gli studenti all'abbandono della pirateria.

Nel progetto di legge si potrebbero prevedere queste modifiche alla normativa vigente:

a) pagamento di diritti "forfettari" (e bassi nel loro ammontare) per siti e scuole che producono materiale diffuso e/o fruito gratuitamente anche da soggetti diversi da quelli come dire, istituzionali (studenti, docenti)

b) assenza di pagamento di diritti (e quindi abolizione del relativo bollino) per i CD prodotti e diffusi nell'ambito di progetti didattici ministeriali o della singola scuola

c) aliquota IVA minima per tutti gli acquisti di software fatti dalle scuole per la sola area didattica

d) forme di incentivazione economica alle scuole che utilizzano software non commerciale (ahimè su questo punto la vedo dura...) o che producono software distribuito gratuitamente (altro che il regime giuridico delle Fondazioni...., qui il rapporto si inverte, non la scuola che accetta i soldi dei privati, ma lo Stato che finanzia le scuole pronte ad entrare nel circolo virtuoso del software free ed open source, e pure qua la vedo assai dura)

d) condono (ahimè brutta parola e pessima filosofia giuridica ma in questo caso necessaria e limitata) per tutti gli operatori scolastici che, come Enrico, sono o potrebbero incappare nei rigori della SIAE.

Consentitemi, con una contraddizione evidente di cui sono consapevole, di violare, solo per questa volta, una regola (o due) della netiquette: invio questa mail all'esterno della lista, all'Associazione di cui faccio parte e verso la quale sono in debito per la proposta operativa che ho fatto in questa mail.

Chi è senza peccato.....con tutto quel che segue

Franco Labella