Si fa un gran parlare di reti informatiche. Ma ce n'è veramente bisogno, a scuola? Questa è la prima domanda da porre a se stessi quando si stanno per acquistare nuovi computer. Si tratti di allestire un'aula di lavoro per i docenti o un intero laboratorio, oppure di dotare le classi di singole postazioni, bisogna partire da qui. Ma quanto costa, una rete? È complicata, da gestire? Quali sono i vantaggi? E gli svantaggi? Con un computer "normale", più o meno se la cavano tutti. Ma una rete sarà una roba che poi devi chiamare il tecnico dell\'assistenza un giorno sì e l\'altro pure, con quello che costa? E quando ce l'hai, che ci fai? Ragioniamoci insieme. I computer possono lavorare come postazioni autonome (quelli del mestiere dicono "stand alone") o collegati in rete (e fin qua..). Una rete è, fondamentalmente, un sistema di almeno due computer connessi tra loro attraverso un cavo (poi vediamo meglio, è appena appena un po\' più complicato). A che serve? A "condividere le risorse del sistema" e a consentire alle macchine di comunicare tra di loro. ![]() Sono possibili due soluzioni: acquistare una seconda stampante più piccola ed economica (due laser per due computer non avrebbero alcun senso) o collegare i due computer in rete. La prima è poco praticabile dal punto di vista amministrativo e comunque risolve il problema a metà, perché il file di cui ha bisogno l'insegnante d'italiano si trova comunque sulla macchina utilizzata dal collega. Inoltre, è poco ragionevole. Le scuole producono grandi volumi di stampa, e le piccole stampanti di uso domestico non sono assolutamente adeguate: hanno un costo per copia elevato e un MTBF (Medium Time Between Faults, "tempo medio tra due guasti") molto basso, perché vengono progettate per un carico mensile di lavoro modesto. Dunque, l'acquisto di una seconda stampante di basso costo non è una buona idea e lascia nei pasticci comunque l'insegnante di italiano e latino. Proviamo a collegare i due computer in rete, adesso. Non è difficile, e non costa molto. Servono due schede particolari da inserire nella piastra madre delle macchine e un cavo che somiglia molto a quello utilizzato per i segnali televisivi (anche se per caratteristiche è un bel po' diverso, e ci sono diversi tipi di cavi di rete: ma vediamo dopo anche questo). Ora, mentre l'insegnante di matematica e scienze stampa il suo file, quello di italiano può, dalla workstation, leggere e modificare il test che è memorizzato sull'hard disk dell'altro computer e, soprattutto, stamparlo anche se il dispositivo di stampa non è collegato direttamente alla sua macchina (appena è stato concluso il processo di stampa precedente, ovviamente). In certo senso, è come se le due macchine fossero diventate una sola. Però, ci si può lavorare in due. I computer collegati in rete sono dunque in grado di "condividere le proprie risorse". Che significa due ![]() Sembra una considerazione banale. È una considerazione banale. Ma non sempre è chiara a chi ha l'incarico di redigere i capitolati d'appalto. Non sempre e non dappertutto gli insegnanti responsabili dei progetti I A e I B hanno le competenze necessarie. Non certo per colpa loro. Nella scuola in cui lavorano sono i più bravi di tutti, con il computer. Ma qualche volta non è sufficiente. Mi è capitato di vedere spesi i fondi del progetto I B per acquistare sette macchine uguali : con sette stampanti, sette masterizzatori, sette modem ISDN (ma naturalmente c'è una sola linea disponibile) e ovviamente nessuna connessione di rete. Più di quaranta milioni soltanto per mettere in grado sette ragazzi di lavorare con macchine di media capacità d'elaborazione. Con la stessa cifra, sarebbe stato possibile allestire un'aula informatica per almeno venti alunni: una intera classe, o quasi. Sette macchine, per una classe, non servono praticamente a niente. Di solito, le scuole per i loro acquisti si rivolgono a ditte locali, e fanno bene. Le macchine dei grandi produttori sono molto care. Inoltre, è molto comodo avere a pochi chilometri di distanza chi si occupa dell'assistenza. E tuttavia, non sempre i piccoli assemblatori, che comprano all'ingrosso i componenti e montano le macchine in proprio, sono affidabili. Tutto sommato, il loro scopo è guadagnarci e basta. Sicché, girando per le scuole, ad esempio per tenere corsi di formazione informatica, si vede un po' di tutto. Ho visto molti laboratori informatici cablati in rete. Di solito, con tecnologie vecchie e molto economiche. Ma sempre di rete si tratta, ai fini della fornitura. In queste "reti" un po' per modo di dire (in qualche caso, come reti non funzionano proprio) non di rado ho trovato una stampantina a impatto o a getto d'inchiostro per computer, o una ogni due con un commutatore meccanico. Prima di tutto, non usate mai commutatori meccanici, perché costano molto più di quel che valgono e, se vengono azionati mentre la stampante è accesa, la possono rendere inservibile. Inoltre, è tutto sbagliato. In una rete, i dispositivi di stampa possono e debbono essere proporzionati al volume di lavoro prodotto. Se vengono stampate 30.000 pagine al mese, c'è bisogno di una buona laser professionale e basta. Non si guasta facilmente, è costruita per rimanere in funzione anche 24 ore al giorno, il costo per copia è molto basso, la stampa è molto veloce, la qualità è molto migliore. Chi si occupa di gestire il laboratorio può decidere se e a chi assegnare il diritto di farne uso, con quale priorità debbono essere stampati i documenti e molto altro. Diversamente, non è possibile (o è molto macchinoso) esercitare alcun controllo. Salvo il sistema che è venuto in mente a un collega, e spero sia un caso isolato, che toglie via dalle stampanti a getto d'inchiostro le testine quando non vuole che gli studenti le utilizzino. È una pessima idea, perché quelle stampantine non sono costruite per sopportare questo utilizzo improprio. Prima o poi si romperà un fermo o un particolare di bloccaggio, e la stampante sarà da buttare. Inoltre, l'inchiostro negli ugelli, a contatto con l'aria, tende ad asciugare e a ostruire il minuscolo forellino di pochi micron di diametro attraverso il quale viene spruzzato sulla carta. Così, dopo un po' saranno da buttare anche le testine. Dal punto di vista produttivo, sprecare un quarto d'ora per montare le testine quando si decide che gli studenti possono stampare è un colossale spreco di tempo. Dal punto di vista degli studenti, non mi pare molto educativo che essi avvertano una così totale mancanza di fiducia da parte dei loro insegnanti. Infine, non tutti gli insegnanti sono in grado di montare le testine. Insomma, per lavorare è un bel pasticcio. Per la ditta che ha venduto questo laboratorio alla scuola, si tratta di un eccellente affare. In primo luogo, a vendere 30 stampantine per uso domestico si guadagna molto di più che a vendere una sola stampante laser. In secondo luogo, in termini di assistenza, ne deriva un introito garantito nel tempo: queste macchine si guasteranno spesso, avranno bisogno di essere riparate o sostituite, le testine (che costano e consentono guadagni anche del 40% per pezzo) saranno da cambiare spesso. Salvo il caso dei fondi di magazzino, s'intende. Il mercato dei componenti hardware è piuttosto particolare. Per alcuni prodotti, non c'è un gran rapporto tra valore materiale e costo effettivo. Le macchine obsolete non hanno praticamente mercato, e i grossisti qualche volta pur di darle via le regalano. C'è qualche rischio che una parte di questo materiale finisca nei laboratori informatici delle scuole. Ma noi siamo qui apposta. Troverete presto su questo sito una serie di consigli su come non farsi ingannare dai rivenditori. E, piano piano, cominceremo a mettere in linea analisi tecniche dei dispositivi hardware in vendita, che non sono tutti uguali e spesso hanno un rapporto qualità/prezzo molto variabile. Inoltre, ci saranno anche dei modelli di capitolato d'appalto già compilati da prelevare ed utilizzare direttamente: specifiche delle macchine, certificazioni necessarie, norme di legge da osservare e procedure da seguire. Se avrete un altro po' di pazienza, sarà attivato un servizio di assistenza in linea (chi se ne intende dice un "help desk") che vi aiuterà a risolvere i problemi e le difficoltà che incontrerete e a utilizzare i fondi disponibili e i laboratori nel modo migliore. Torniamo al nostro ragionamento sulle reti. Adesso che abbiamo chiari alcuni concetti generali possiamo procedere in modo più rapido e schematico, e aggiungere qualche altra considerazione.
In breve: una rete richiede competenze più complesse, ma i vantaggi sono moltissimi:
Se la vostra rete è ben configurata e amministrata, l'unica preoccupazione che vi rimane è che qualcuno rubi la pallina del mouse (succede: incollarne il coperchio di fermo non è una buona idea, perché il mouse va smontato e pulito periodicamente e dopo un po' lo dovreste buttare; se succede, però, significa probabilmente che gli alunni percepiscono l'aula informatica come un luogo estraneo, in cui non si sentono a loro agio). Dal punto di vista degli utenti, invece, è ben più alta la possibilità di lavorare insieme e avere disponibili file di dati e programmi. Una rete di computer, insomma, eleva il livello di sicurezza e di fruibilità del sistema, e fa diminuire i costi e i tempi di gestione. ________________________ Server
(o "controllore di rete"): è la macchina dedicata alla
gestione della rete; rende disponibili agli utenti le risorse condivise.
Non è una buona idea adoperarla come postazione di lavoro, perché
questo rallenta tutta l'attività di rete. Non è una buona
idea neppure connettere a un server una stampante (a meno che non si
tratti di un server di stampa, che ha proprio questa funzione, ma è
tutta un'altra cosa): le operazioni sui file, che di solito hanno la
precedenza su quelle di stampa, rallentano il lavoro del dispositivo
o dei dispositivi di stampa. Un server dovrebbe essere protetto anche
fisicamente, ed essere collocato in locale diverso dall'aula informatica,
che possa essere chiuso a chiave e a cui abbiano accesso soltanto gli
amministratori della rete: le reti sono sicure, ma se qualcuno tira
via la spina del server mentre è in funzione possono essere pasticci.
Possono essere pasticci anche se va via la corrente elettrica, ma a
questo si rimedia con un dispositivo tampone che si chiama UPS e del
quale parleremo in seguito. Backup: copia di sicurezza di parte o di tutti i file di un computer su un supporto magnetico a nastro o comunque riscrivibile. |