Si fa un gran parlare di reti informatiche. Ma ce n'è veramente bisogno, a scuola? Questa è la prima domanda da porre a se stessi quando si stanno per acquistare nuovi computer. Si tratti di allestire un'aula di lavoro per i docenti o un intero laboratorio, oppure di dotare le classi di singole postazioni, bisogna partire da qui.

Ma quanto costa, una rete? È complicata, da gestire? Quali sono i vantaggi? E gli svantaggi? Con un computer "normale", più o meno se la cavano tutti. Ma una rete sarà una roba che poi devi chiamare il tecnico dell\'assistenza un giorno sì e l\'altro pure, con quello che costa? E quando ce l'hai, che ci fai? Ragioniamoci insieme.

I computer possono lavorare come postazioni autonome (quelli del mestiere dicono "stand alone") o collegati in rete (e fin qua..). Una rete è, fondamentalmente, un sistema di almeno due computer connessi tra loro attraverso un cavo (poi vediamo meglio, è appena appena un po\' più complicato). A che serve? A "condividere le risorse del sistema" e a consentire alle macchine di comunicare tra di loro.

Postazioni stand aloneProviamo a vedere che cosa significa con l'aiuto dello schema qui a fianco. È una situazione piuttosto tipica, a scuola. Con il finanziamento del progetto I A, sono state acquistate una macchina potente, con capacità grafiche avanzate, cui è connessa una buona stampante laser, e una normale workstation. Tutti preferiscono lavorare con il primo computer, e la gran parte dei file si trova lì. Questo computer, però, è occupato per la maggior parte del tempo: poniamo che l'insegnante di matematica e fisica, alle otto del mattino, abbia bisogno di stampare un file di 3 Mbyte che gli serve per la lezione della prima ora. Contemporaneamente, l'insegnante di italiano e latino deve utilizzare lo stesso computer per modificare e stampare 30 copie di un test che ha preparato il giorno prima: o rinvierà il test o entrerà in classe in ritardo. Eppure, le macchine sono due, ma una delle due, in questo caso, non può essere utilizzata.

Sono possibili due soluzioni: acquistare una seconda stampante più piccola ed economica (due laser per due computer non avrebbero alcun senso) o collegare i due computer in rete.

La prima è poco praticabile dal punto di vista amministrativo e comunque risolve il problema a metà, perché il file di cui ha bisogno l'insegnante d'italiano si trova comunque sulla macchina utilizzata dal collega. Inoltre, è poco ragionevole. Le scuole producono grandi volumi di stampa, e le piccole stampanti di uso domestico non sono assolutamente adeguate: hanno un costo per copia elevato e un MTBF (Medium Time Between Faults, "tempo medio tra due guasti") molto basso, perché vengono progettate per un carico mensile di lavoro modesto. Dunque, l'acquisto di una seconda stampante di basso costo non è una buona idea e lascia nei pasticci comunque l'insegnante di italiano e latino.

Proviamo a collegare i due computer in rete, adesso. Non è difficile, e non costa molto. Servono due schede particolari da inserire nella piastra madre delle macchine e un cavo che somiglia molto a quello utilizzato per i segnali televisivi (anche se per caratteristiche è un bel po' diverso, e ci sono diversi tipi di cavi di rete: ma vediamo dopo anche questo). Ora, mentre l'insegnante di matematica e scienze stampa il suo file, quello di italiano può, dalla workstation, leggere e modificare il test che è memorizzato sull'hard disk dell'altro computer e, soprattutto, stamparlo anche se il dispositivo di stampa non è collegato direttamente alla sua macchina (appena è stato concluso il processo di stampa precedente, ovviamente). In certo senso, è come se le due macchine fossero diventate una sola. Però, ci si può lavorare in due.



I computer collegati in rete sono dunque in grado di "condividere le proprie risorse". Che significa due Rete  di computercose essenziali: da qualunque computer della rete è possibile accedere a tutti i file memorizzati sugli hard disk ed utilizzare tutti i dispositivi hardware di qualsiasi altra macchina. In modo semplice, veloce ed economico. Tutti significa proprio tutti: stampanti, ovviamente, ma anche macchine fotografiche digitali, lettori di CD ROM, modem e tutto quello che vi viene in mente. Anche modem: sicché, è possibile perfino connettersi a Internet con più macchine e un solo modem (e una sola linea telefonica). Dunque: una rete informatica è efficiente, realizza importanti economie di scala, consente di accedere ai file su cui si sta lavorando e alle periferiche disponibili dovunque si trovino. E non è tutto qui. Una rete consente anche di usare i computer per comunicare (ma di questo ci occuperemo tra un po'. Per adesso, diciamo soltanto che le possibilità di comunicazione offerte dalla tecnologia informatica sono state messe sullo stesso piano, per importanza, della scoperta della stampa: dopo la "galassia Gutenberg", la "galassia digitale").

Sembra una considerazione banale. È una considerazione banale. Ma non sempre è chiara a chi ha l'incarico di redigere i capitolati d'appalto. Non sempre e non dappertutto gli insegnanti responsabili dei progetti I A e I B hanno le competenze necessarie. Non certo per colpa loro. Nella scuola in cui lavorano sono i più bravi di tutti, con il computer. Ma qualche volta non è sufficiente. Mi è capitato di vedere spesi i fondi del progetto I B per acquistare sette macchine uguali : con sette stampanti, sette masterizzatori, sette modem ISDN (ma naturalmente c'è una sola linea disponibile) e ovviamente nessuna connessione di rete. Più di quaranta milioni soltanto per mettere in grado sette ragazzi di lavorare con macchine di media capacità d'elaborazione. Con la stessa cifra, sarebbe stato possibile allestire un'aula informatica per almeno venti alunni: una intera classe, o quasi. Sette macchine, per una classe, non servono praticamente a niente.

Di solito, le scuole per i loro acquisti si rivolgono a ditte locali, e fanno bene. Le macchine dei grandi produttori sono molto care. Inoltre, è molto comodo avere a pochi chilometri di distanza chi si occupa dell'assistenza. E tuttavia, non sempre i piccoli assemblatori, che comprano all'ingrosso i componenti e montano le macchine in proprio, sono affidabili. Tutto sommato, il loro scopo è guadagnarci e basta. Sicché, girando per le scuole, ad esempio per tenere corsi di formazione informatica, si vede un po' di tutto.

Ho visto molti laboratori informatici cablati in rete. Di solito, con tecnologie vecchie e molto economiche. Ma sempre di rete si tratta, ai fini della fornitura. In queste "reti" un po' per modo di dire (in qualche caso, come reti non funzionano proprio) non di rado ho trovato una stampantina a impatto o a getto d'inchiostro per computer, o una ogni due con un commutatore meccanico. Prima di tutto, non usate mai commutatori meccanici, perché costano molto più di quel che valgono e, se vengono azionati mentre la stampante è accesa, la possono rendere inservibile. Inoltre, è tutto sbagliato. In una rete, i dispositivi di stampa possono e debbono essere proporzionati al volume di lavoro prodotto. Se vengono stampate 30.000 pagine al mese, c'è bisogno di una buona laser professionale e basta. Non si guasta facilmente, è costruita per rimanere in funzione anche 24 ore al giorno, il costo per copia è molto basso, la stampa è molto veloce, la qualità è molto migliore. Chi si occupa di gestire il laboratorio può decidere se e a chi assegnare il diritto di farne uso, con quale priorità debbono essere stampati i documenti e molto altro. Diversamente, non è possibile (o è molto macchinoso) esercitare alcun controllo. Salvo il sistema che è venuto in mente a un collega, e spero sia un caso isolato, che toglie via dalle stampanti a getto d'inchiostro le testine quando non vuole che gli studenti le utilizzino. È una pessima idea, perché quelle stampantine non sono costruite per sopportare questo utilizzo improprio. Prima o poi si romperà un fermo o un particolare di bloccaggio, e la stampante sarà da buttare. Inoltre, l'inchiostro negli ugelli, a contatto con l'aria, tende ad asciugare e a ostruire il minuscolo forellino di pochi micron di diametro attraverso il quale viene spruzzato sulla carta. Così, dopo un po' saranno da buttare anche le testine. Dal punto di vista produttivo, sprecare un quarto d'ora per montare le testine quando si decide che gli studenti possono stampare è un colossale spreco di tempo. Dal punto di vista degli studenti, non mi pare molto educativo che essi avvertano una così totale mancanza di fiducia da parte dei loro insegnanti. Infine, non tutti gli insegnanti sono in grado di montare le testine. Insomma, per lavorare è un bel pasticcio.

Per la ditta che ha venduto questo laboratorio alla scuola, si tratta di un eccellente affare. In primo luogo, a vendere 30 stampantine per uso domestico si guadagna molto di più che a vendere una sola stampante laser. In secondo luogo, in termini di assistenza, ne deriva un introito garantito nel tempo: queste macchine si guasteranno spesso, avranno bisogno di essere riparate o sostituite, le testine (che costano e consentono guadagni anche del 40% per pezzo) saranno da cambiare spesso.

Salvo il caso dei fondi di magazzino, s'intende. Il mercato dei componenti hardware è piuttosto particolare. Per alcuni prodotti, non c'è un gran rapporto tra valore materiale e costo effettivo. Le macchine obsolete non hanno praticamente mercato, e i grossisti qualche volta pur di darle via le regalano. C'è qualche rischio che una parte di questo materiale finisca nei laboratori informatici delle scuole.

Ma noi siamo qui apposta. Troverete presto su questo sito una serie di consigli su come non farsi ingannare dai rivenditori. E, piano piano, cominceremo a mettere in linea analisi tecniche dei dispositivi hardware in vendita, che non sono tutti uguali e spesso hanno un rapporto qualità/prezzo molto variabile. Inoltre, ci saranno anche dei modelli di capitolato d'appalto già compilati da prelevare ed utilizzare direttamente: specifiche delle macchine, certificazioni necessarie, norme di legge da osservare e procedure da seguire. Se avrete un altro po' di pazienza, sarà attivato un servizio di assistenza in linea (chi se ne intende dice un "help desk") che vi aiuterà a risolvere i problemi e le difficoltà che incontrerete e a utilizzare i fondi disponibili e i laboratori nel modo migliore.

Torniamo al nostro ragionamento sulle reti. Adesso che abbiamo chiari alcuni concetti generali possiamo procedere in modo più rapido e schematico, e aggiungere qualche altra considerazione.



Computer stand alone Rete di computer
Ogni postazione deve disporre di tutte le periferiche necessarie (lettore di CD ROM, stampante, modem, scanner...).
Non è necessario disporre per ciascuna postazione di tutte le periferiche, perché è possibile condividere quelle connesse ad altre postazioni. Sono sufficienti, per un'intera aula, una buona stampante laser in bianco e nero e una a getto d'inchiostro (inkjet) a colori di tipo professionale. Tutti gli utenti possono utilizzarle da qualunque postazione, e indirizzare le stampe a quella di cui hanno bisogno. Oppure, è possibile la connessione ad Internet da ogni postazione utizzando un solo modem e una sola linea telefonica.
Non è possibile trasferire dati da un computer all'altro se non manualmente, copiandoli su supporti magnetici rimovibili che hanno capacità di memorizzazione limitate, costringono a lunghe e complicate operazioni di compressione e distribuzione su molti floppy (nel caso più frequente) dei file, servono in grande quantità e hanno un costo per Mbyte elevato.
È possibile condividere dati tra le varie postazioni e memorizzarli in modo centralizzato sul server. Questo significa che i file sono accessibili, in ogni caso, da qualunque postazione, per chiunque abbia il permesso di utilizzarli.
La possibilità di impostare criteri di protezione degli accessi ai computer (necessari sempre, ma assolutamente indispensabili in un'aula informatica in cui più studenti lavorano con la stessa macchina in tempi diversi), particolarmente per i sistemi operativi della famiglia Microsoft Windows 9x (per ora, Windows 95 e Windows 98) è molto bassa. Possono essere, in linea teorica, assegnate password d'accesso, ma è estremamente facile aggirarle. Dopo di che, non è possibile in alcun modo tutelare l'integrità dei file che risiedono su una macchina. Chiunque può modificarli o cancellarli e perfino (se gliene viene voglia) formattare l'hard disk. Un'aula informatica di questo tipo richiede tempi di gestione molto grandi, e la quantità di problemi che possono essere causati dagli utenti è davvero notevole.
Possono essere impostati molti livelli di accesso e di protezione: ad alcuni utenti può essere concesso il permesso di leggere il file, ad altri di modificarlo, ad altri ancora di spostarlo o cancellarlo. In un'aula informatica lavorano molte classi: occorre pertanto adottare procedure sicure e corrette per rendere disponibili i file, ma pure proteggerli da manomissioni di qualunque tipo.

Se i dati sono memorizzati in modo centralizzato sul server (si trovano tutti sull'hard disk del server), è possibile farne copie di salvataggio con un'unica procedura di backup. Diversamente, è necessario effettuare manualmente il backup di ogni macchina (e questo significa ovviamente che su ogni macchina ci deve essere un dispositivo di backup). I criteri di protezione degli accessi ai file o alle periferiche vengono impostati sul server dal responsabile dell'aula informatica ("l'amministratore di sistema") e non possono essere modificati dagli utenti che non ne abbiano il diritto.

È estremamente improbabile che gli utenti possano modificare, in una rete ben configurata, le impostazioni del sistema operativo o dei programmi al punto da rendere necessaria la reinstallazione della macchina.

È possibile registrare in uno speciale file l'attività di ogni utente in modo automatico. L'amministratore è in grado di monitorare tutte le operazioni eseguite sui file, gli accessi alle macchine, i tentativi di accesso non autorizzati, l'utilizzazione delle stampanti, l'avvio di programmi o di servizi da parte di ognuno degli utenti che lavorano da qualunque postazione.
La gestione dell'aula informatica richiede competenze di minor profilo, ma è necessario configurare e amministrare una per una le macchine. Anche questo richiede tempi di gestione molto grandi.
La gestione di una rete richiede competenze di livello superiore a quelle informatiche medie e una preparazione specifica. Non è sufficiente conoscere bene un sistema operativo desktop: se siete bravi con Windows 98 non potete progettare, realizzare e gestire una rete senza prima studiarci un po' su e fare un po' di pratica. Non siete nemmeno in grado di gestire una gara d'appalto per l'acquisto di una rete.

È necessario, inoltre, che ogni scuola individui un insegnante esperto (o che abbia competenze informatiche di base sufficienti e voglia di studiare per diventare esperto nella gestione di una rete), gli assegni il ruolo di amministratore della rete, la possibilità di lavorarci e il tempo necessario per occuparsene. È bene che l'amministratore sia affiancato da alcuni colleghi che svolgano parte del lavoro e siano in grado di sostituire l'amministratore quando è assente. Tuttavia, più è alto il numero di coloro che hanno diritti di amministratore, più diminuisce il grado di sicurezza del sistema.
Non è possibile una didattica distribuita e condivisa. Ogni utente lavora in modo indipendente dagli altri.
È possibile una didattica in rete: distribuita e condivisa.




In breve: una rete richiede competenze più complesse, ma i vantaggi sono moltissimi:

- Le spese per l'acquisto di dispositivi hardware sono minori
- Le spese per l'assistenza dall'esterno sono molto più basse
- I tempi di gestione si riducono sensibilmente
- I dati sono protetti, ma condivisi e disponibili per chiunque debba accedervi e abbia i permessi appropriati
- L'accesso alle macchine è protetto
- Il sistema è molto più stabile
- È possibile ottimizzare la gestione e l'utilizzazione dell'aula informatica e pianificare i costi
- È possibile praticare didattica distribuita e di gruppo coinvolgendo nella medesima attività l'intera classe



Se la vostra rete è ben configurata e amministrata, l'unica preoccupazione che vi rimane è che qualcuno rubi la pallina del mouse (succede: incollarne il coperchio di fermo non è una buona idea, perché il mouse va smontato e pulito periodicamente e dopo un po' lo dovreste buttare; se succede, però, significa probabilmente che gli alunni percepiscono l'aula informatica come un luogo estraneo, in cui non si sentono a loro agio). Dal punto di vista degli utenti, invece, è ben più alta la possibilità di lavorare insieme e avere disponibili file di dati e programmi. Una rete di computer, insomma, eleva il livello di sicurezza e di fruibilità del sistema, e fa diminuire i costi e i tempi di gestione.




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Server (o "controllore di rete"): è la macchina dedicata alla gestione della rete; rende disponibili agli utenti le risorse condivise. Non è una buona idea adoperarla come postazione di lavoro, perché questo rallenta tutta l'attività di rete. Non è una buona idea neppure connettere a un server una stampante (a meno che non si tratti di un server di stampa, che ha proprio questa funzione, ma è tutta un'altra cosa): le operazioni sui file, che di solito hanno la precedenza su quelle di stampa, rallentano il lavoro del dispositivo o dei dispositivi di stampa. Un server dovrebbe essere protetto anche fisicamente, ed essere collocato in locale diverso dall'aula informatica, che possa essere chiuso a chiave e a cui abbiano accesso soltanto gli amministratori della rete: le reti sono sicure, ma se qualcuno tira via la spina del server mentre è in funzione possono essere pasticci. Possono essere pasticci anche se va via la corrente elettrica, ma a questo si rimedia con un dispositivo tampone che si chiama UPS e del quale parleremo in seguito.

Backup: copia di sicurezza di parte o di tutti i file di un computer su un supporto magnetico a nastro o comunque riscrivibile.